Un viaggio nelle tradizioni di Pasqua in Sardegna

Sa Pasca Manna, la Santa Pasqua. Un evento religioso particolarmente sentito in Sardegna e dai sardi. Nei secoli la tradizione ha inventato processioni e intessuto momenti corali: facendo rivivere i momenti più significativi della Passione di Cristo, coinvolgono profondamente fedeli e turisti sempre conservando una cifra di pura autenticità.

La Settimana Santa a Cagliari mantiene viva la tradizione e rivela l’influenza spagnola, nei quartieri storici e nelle antiche chiese della città. L’Arciconfraternita della Solitudine, l’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso e l’Arciconfraternita del Gonfalone sotto l’egida di Sant’Efisio Martire sono le confraternite coinvolte nell’evento.

Le celebrazioni, nel capoluogo, hanno inizio il venerdì precedente la Domenica delle Palme: è questo il momento nel quale ha luogo la Processione dei Misteri (Is Misterius), organizzata dall’Arciconfraternita del Santissimo Crocefisso di piazza San Giacomo, istituita a metà ‘500.

Partendo dall’Oratorio del SS.Crocifisso, i membri dell’Arciconfraternita portano in processione i sette simulacri settecenteschi popolarmente chiamati “Santi Misteri” o “Sacri Misteri”: i simulacri visitano ciascuno una delle sette chiese del centro storico, una per ciascuna delle stazioni della Via Crucis, simulando nel canto il dialogo tra la comunità e Dio.

Il Martedì Santo è il giorno della processione dei Misteri di Stampace, tradizione recentemente ripresa dopo decenni di interruzione.

Il Mercoledì Santo le consorelle del Santissimo Crocifisso vestono a lutto la statua della Madonna Addolorata (la Vestizione), mentre il Giovedì Santo inchiodano alla croce il simulacro del Cristo (la Crocifissione). Le donne portano in chiesa Is Nenneris, il grano fatto germogliare al buio in un piatto affinché assuma un colore verde pallido, simbolo della Morte e della Resurrezione.

Il Venerdì Santo si svolge l’evento centrale delle celebrazioni: la processione della statua di Gesù Crocefisso, sovrastato da un baldacchino, dalla chiesa di San Giovanni diretto alla Cattedrale. Il Cristo è accompagnato in processione anche dalla statua della Madonna Addolorata, con il petto trafitto dalla spada dei sette dolori, accompagnata da due bambini che impersonano San Giovanni e Maria Maddalena. La processione è aperta da due stendardi del XVIII secolo con i simboli della passione: il gallo, i chiodi, la spada, oltre al mantello e ai dadi dei soldati di Cesare.

Arriva il Sabato Santo, e con esso il rito de Su Scravamentu, la deposizione dalla croce del Cristo morto.

La mattina della domenica di Pasqua si celebra S’Incontru (l’incontro), il ricongiungimento delle due processioni con i simulacri della Madonna e del Cristo Risorto: provenienti da direzioni opposte, quando si ritrovano uno di fronte all’altro,i simulacri si salutano con un triplice inchino tra gli applausi della folla.

È un momento di giubilo: la statua del Cristo veste una fascia rossa e oro, mentre quella della Vergine indossa un abito bianco e oro con il mantello azzurro, il velo di pizzo e la corona, e ha tra le mani un mazzo di fiori. Per le vie della città gli uomini sfilano vestiti con semplici tuniche bianche legate in vita da un cordone. Di bianco sono vestiti i coristi che intonano canti religiosi (canti del Metastasio e l’Ave Maria in sardo).

Il lunedì di Pasqua a Cagliari è il giorno della processione di Sant’Efisio: un’anticipazione della Sagra di Maggio in onore del patrono della Sardegna. Il simulacro del martire è vestito con la corazza, un manto rosso e l’elmo decorato da piume di struzzo.  I sardi pregarono Sant’Efisio nel 1793 e le navi francesi che attaccavano Cagliari furono portate via dal vento impetuoso.

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